Placentarius, Vassoio rettangolare - Alessi
Placentarius, vassoio rettangolare. Vassoio rettangolare in acciaio inossidabile 18/10, con bordo decorato - Alessi.
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Placentarius, vassoio rettangolare. Vassoio rettangolare in acciaio inossidabile 18/10, con bordo decorato - Alessi.
Il progetto di questo vassoio deriva da un bronzetto pompeiano noto con il nome di Placentarius, raffigurante un vecchio nudo vistosamente itifallico che regge sul palmo della mano un vassoio.
Rinvenuto nel 1925 nella Casa dellEfebo a Pompei e oggi custodito nel Museo Archeologico di Napoli, ne esistono quattro repliche a coppie specularmente simmetriche: molto probabilmente si trattava di un set decorativo per la mensa, con la funzione di contenere stuzzichini.
Il bronzetto è stato il modello per la riedizione del vassoio nel rispetto delle proporzioni originarie, ma secondo la tecnologia contemporanea, con il metallo più tipico della nostra epoca e con metodi produttivi industriali.
Il progetto di questo vassoio rettangolare deriva da un bronzetto pompeiano, noto con il nome di Placentarius, rinvenuto nel 1925 da Amedeo Maiuri nella Casa dellEfebo a Pompei e oggi custodito nel Museo Archeologico di Napoli.
Il bronzetto rappresenta un vecchio nudo vistosamente itifallico che regge sul palmo della mano un vassoietto dargento di cm 14,3 per 8,8.
E stato rinvenuto in quattro repliche a coppie specularmente simmetriche: molto probabilmente un set decorativo delle mense romane con la funzione di contenere stuzzichini. Con la collaborazione di Almerico De Angelis e di Umberto Pappalardo dellUniversità di Napoli abbiamo ricostruito il vassoio originario che lautore delle statuette ha evidentemente preso come riferimento per la sua miniaturizzazione.
Considerato il rapporto aureo (1:0,618) tra i due lati del rettangolo, abbiamo supposto che esso sia stato lungo circa cm 60 (due piedi romani) e largo circa cm 36: pressappoco le dimensioni della teglia di un pizzaiolo (la placenta era una focaccia rustica citata da Catone, e i placountarioi erano una associazione di pasticcieri citati da Arsinoe di Egitto nell'anno 2 d.C.).
Nell'originale il rilievo ornamentale di eleganti giragli floreali è stato presumibilmente ottenuto con sbalzatura a martello e rifinito con incisione a bulino, le stesse tecniche ancora oggi impiegate nella lavorazione argentiera.
Il nostro challenge è stato di tradurre il progetto secondo la tecnologia contemporanea, realizzandolo in un metallo più tipico della nostra epoca: l'acciaio inossidabile, e con metodi produttivi industriali: lo stampaggio e la tranciatura.
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